
Ebbene si. Le pagine scritte sono diventate, come per magia, 27. Si, un bel numero. Ora c'è da capire quanto di "bene" è situato nel "male" che ho creato, o viceversa. Opinabile quanto meno.
"Bevi l'amaro amore". Buffo no?
Mancano ancora 5 o 6 h. all'incontro. Sto pranzando a casa. Tortellini con sugo alle olive. Onesto e commestibile.
Ieri, parlando con Ciro, abbiamo scoperto che in certe parti del mondo è più facile fare conoscenza con donne, e magari uscire con loro, piuttosto che ammazzarsi di pugnette tra amici. Bizzarra realtà quella australiana. O forse la mia di "Australia".
Non era questo che mi chiedevate?
Raccontarvi la mia di Australia.
Che dire?
Stefano sta allargando le sue vedute. Inizia ad averne un'idea. La musica. Che invenzione.
Ci sono dei bar che mi salutano pronunciando, più o meno graziosamente, il mio nome, ci sono semafori che mi scrutano, ma poi, dopo qualche occhiata, mi lasciano pacificamente passare. Ci sono verbi di raro utilizzo che sembrano, pian piano, consigliarmi il nome del loro parente italiano, c'è il mio Mac Book che "beato chi l'ha inventato". Ci sono facce amiche, ci sono brutte facce, ci sono "senza faccia", ci sono strade deserte e poi piene, locali che aprono e locali che ri-aprono. Ci sono pagine di storia australiana che non avrei mai voluto leggere e giorni (e notti) australiane che non avrei mai immaginato. Ci sono sorrisi sinceri. E ci sono sinceri sorrisi falsi. Ci sono bocche cucite e lingue in continuo movimento. Suoni per ciechi,
Ci sono km a piedi, km sul bus, km sul treno. Ci sono km di cielo che si ripresentano ogni mattina. Ci sono piogge improvvise e notti interminabili.
"I don't mind if you don't mind, coz I don't shine if you don't shine".
Ci sono frasi di canzoni che non hanno nessun destinatario, che mi piacciono in quanto tali. Che mi fanno andare su di giri e restarci. Ci sono ore passate a leggere. Minuti passati a scrivere. C'è che sono dall'altra parte del mondo e a volte mi sembra incredibile. C'è che vivo da solo. C'è che sono un ometto ormai. C'è la pasta Barilla. C'è il sugo Barilla. C'è che il letto è comodissimo, troppo. C'è che c'è e c'è che ci sono.
C'è un pezzo di casa qui. C'è la "honey", la "flow", la "luxy", la "lightwire", la "merlino", la "drink", la "icselle", la "ipe", la "lisca", la "artica".
C'è che il tempo vola. C'è che sto bene. C'è che rido e parlo da solo, ma anche in compagnia. C'è che mi hanno chiamato "hot kisser", "italian stallion", "smartass", "stranger", "friend".
C'è un po' di tutto in questo mio vivere un po' fuori. C'è la mia parentesi australiana. Direi parentesi graffa, perché ci sono altre migliaia di piccole parentesi dentro.
"Can you read my mind?"
Ah, ci sono risvegli improvvisi nel cuore della notte, film visti ad orari improbabili, improbabili film visti ad orari probabili, e poi ci sono frasi ed effetto, modi di dire, modi di non capire (i miei), modi di essere, modi di "avere", modi-ci prezzi.
Ci sono ombre. Familiari, paurose, presenti e passate, solari e lunari, animate ed immobili, piccole e grandi. Mie.
Cielo grigio oggi pomeriggio. Che sia un presagio della tempesta serale?
Vado a docciarmi.
A presto.
Se avete domande, facili, fatele pure. E se leggete quello che scrivo, datemi un segnale. Valgono anche insulti più o meno civili.
"The stars are blazing like rebel diamonds cut out of the sun when you read my mind"
Stef
Ps: Rapac, dai un occhio alle mail. Ce n'è una per voi con oggetto "Re: ma ci sei......"
A presto! A tutti!