venerdì 18 gennaio 2008

Coriandoli in bianco e nero...

H.21.45
Adoro questo orario. Mi ha spesso lasciato per interminabili secondi, mai più di 60, estasiato lì ad osservarlo.
Non l'avevo preparata. E' capitato per caso. Ma a vole il caso fà "a caso nostro".
La mia avventura australiana sta per volgere al termine. Mancano ancora, in ordine, una notte, una mattina ed un primo pomeriggio. Poi il silenzio. Un volo tra le nuvole di mezzo mondo, quello che ci ha diviso in questi (quasi) tre mesi.
Questo ultimo post di "Dubbid'io" non trasmetterà i miei stati d'animo. No, non arriverà a tanto. Rappresenta la chiusura dopo un'apertura. Il punto finale di una frase. Quello che realmente mi chiedo è se vi saranno altre frasi dopo questo "punto" o no.
Difficile prevederlo ora. Facile, per me, da qui, affermare ciò che vorrei.
Rientrare questa volta avrà un sapore diverso. Lo so. Lo sento. E' così.
Tre mesi non sono un secolo, non sono nemmeno un anno, ma non tornano indietro, non sono tre mesi "nominati" così per dire. Sono i miei (quasi) tre mesi australiani.
Ancora non riesco a credere a quello che mi sta "meschinamente" mostrando il calendario. Quel giorno cerchiato in rosso è proprio qui, dietro l'angolo. O forse sarebbe meglio dire dietro al prossimo tramonto. Quello che ho vissuto qui, dall'altra parte di me, è un minestrone di emozioni e di esperienze, un manto di neve colorata, con sfumature intense, tratti in tinta unita e parentesi multicolore che sapranno farsi spazio in chissà quanti risvegli trentini.
La freddezza con cui sto scrivendo queste parole mi lascia piacevolmente sorpreso. Non riesco più ad emozionare con le parole. Forse sono diventato avido. Le emozioni, come queste, le tengo (solo) per me.
Sappiate che gran parte delle persone che mi hanno letto, commentato, o anche solo pensato grazie a questa piccola e distratta pagina web, rappresentano il lato dolce di questo mio rientro.
Una silenziosa, ma prepotente, voglia di riveder(Vi) affitta la mia bocca per qualche secondo, occupandola con un sorriso emozionato.
Sarò lieto di riveder(Vi). Lieto di riabbracciar(Vi).
Credo che la distanza sia talmente elevata, che forse, per una volta, la realtà supererà l'attesa.
"Dubbid'io" chiude i battenti.
Come pronosticato, le risposte che ho trovato dall'altra parte del mondo, oltre a saziare parecchi dei miei quesiti, hanno, ahimè (o per fortuna), aperto nuovi orizzonti enigmatici...
Domani, 19 gennaio 2008, Stefano salirà sull'aereo alle h.15.30.
Concludo con una citazione:

"What does not destroy me, makes me stronger" (Nietzsche)


Ora, come consigliato in alto a destra, un minuto di silenzio.


Stefano

Ps: "Six Days"(Zea's Song) di DjShadow ha fatto da colonna sonora a questo "ultimo" post.

Ps2: Grazie Giammy, Papi e Mammi.


Stefano (Naughty, Piggy, Bossy)

lunedì 7 gennaio 2008

Manca poco.. sempre meno..


Ciao ragazzi,
ho praticamene abbandonato questo mio blog per una serie di motivi.
Il tempo a volte non è abbastanza, qui poi scorre più veloce. La tesi occupa gran parte della mia giornata e dei miei sforzi mentali e se scrivere un blog, come qualcuno potrebbe farmi notare, dovrebbe essere un piacere e non uno "sforzo", vi assicuro che il cervello resta comunque una "spugna": quando è strizzata a tal punto da tornare ad essere asciutta, c'è ben poco da fare.
Anyway, qui si sta bene. Il caldo spadroneggia, lasciando solo qualche improvvisa incursione alle piogge torrenziali australiane. La mia tesi? Sta proseguendo. Per farla breve: "ce la posso fare".
Ora sto sudando.. freddo o caldo.. fate voi.
Più o meno 10 giorni e sarò di nuovo nella "parte di mondo" che più mi appartiene, nella parte di mondo alla quale più appartengo, nella parte di mondo che vede prima la notte del giorno, e non viceversa.
A gran parte di voi non saranno arrivati i miei auguri, ad un'altra parte di voi non sarà risultato possibile chiamarmi (per evidenti problemi tecnologici), a tutti comunque auguro un "buon anno", anche se per me è non è ancora iniziato.. qui sembra agosto, non gennaio!!
Continuo a sudare.. caldo o freddo.. fate (sempre) voi.
Ad essere sinceri, sarà dura rientrare 'sto giro. Per mille motivi. Certo, la voglia di rivedere gran parte dei "miei lettori" (confido ancora nel fatto che ci sia qualcuno che mi legge pur non ammettendolo... :-] ) è importante, palpabile, di urgente necessità, ma la distanza ed il pensare a quanto di me rimarrà in questa "Terra Australis Incognita" mi lascia timidamente in silenzio.
Mi attende un mese di ferro al mio rientro, e non solo per il freddo. Sono pronto ad affrontare il mio futuro, ma non tanto a distaccarmi da questo mio presente/passato "dell'altro mondo".
Forse era meglio evitare di scrivere questo post. Forse non lo leggerete neanche. E' talmente tanto che non lo aggiorno che quando ho riaperto la pagina web, più che un accesso alla "rete", mi è sembrato un accesso ad una "ragnatela". (la battuta non sempre richiede una risata)
Ora torno ai miei doveri.
Un abbraccio a tutti.
Ps: la foto era inevitabile...

Ste

giovedì 20 dicembre 2007

Il Creatore di Sogni

Ci sono poche persone, in questo infinito (ma finito) pianeta, che sanno creare e realizzare sogni.
Ci sono poche persone che, pur potendo scegliere, preferiscono realizzare prima quelli degli altri e poi i propri.
Ci sono poche persone che con gesti "senza spazio e senza tempo" suturano sulla pelle degli altri emozioni, ricordi e momenti eterni.
C'e' una persona, e questo ve lo posso assicurare sulla mia vita, che e' in grado di "creare e realizzare sogni".
Grazie Giammy.

J.M.P.: "un simbolo di unicita' tatuato sulle nostre anime"

Ps: (per i lettori del blog) sono ancora vivo, tra sogni e realta'. Tornero' presto all'opera e forse sara' la volta di un post in inglese...

Un abbraccio "estivo".

C.k. (in Melbourne)

mercoledì 12 dicembre 2007

Nuovo Post in Arrivo...


Sarà come al solito improvviso e poco comprensibile.
Era solo per informarvi che qui tutto prosegue.
Sydney merita ragazzi.
Settimana prossimo me ne andrò a Melbourne... Vero è...
Ora vado a nanna.
H.03.00 (+ o -)
Un bacio alle "donzelle"
Ciao "stella cadente sopravvissuta"...

Ste


Ps: non ho più ispirazione...
Forse sto scrivendo troppe mailz o troppa tesi...
Scegliete voi.
Domani 9 h di seminario...

Bella storia...
Vado a nanna...

martedì 4 dicembre 2007

Tre storie... Tre !

Per i "meno anglofoni":
"se si potesse andare in galera per aver ucciso (bevuto con foga)
una birra,
lui prenderebbe l'ergastolo"


Rieccomi, sono ancora vivo.
Se il calendario, franco, mi aiuta a realizzare che il tempo stringe, e che stringe proprio dove fa più male, con questo post cercherò di rivivere, per iscritto, e di rallentare, anche se solo per poco, lo scorrere del tempo.
Tre storie... che vorrà raccontarci questa volta Stefano?
Tre momenti decisamente assurdi. Vissuti con attimi di black out mentale, con gruppi di attimi di voglia di urlare, ma con una ferrea attitudine al rispetto verso il prossimo, anche se...
I fatti sono questi, statemi a sentire.
(Orari, luoghi e personaggi, nonché nomi e frasi utilizzati nei prossimi racconti sono totalmente frutto della mia realtà, cioè di un buon esempio di fantasia adolescenziale)
H.2128: appena uscito dal mio baretto di fiducia, luogo dove spesso trascorro il mio "tardo pomeriggio", dopo che i bibliotecari della Fisher Library, in coro, e con spinte sincronizzate, mi intimano di abbandoare il loro tempio. Inizio, fin da subito, con bugie macchiate di marmellata. Si introduce e si conclude più o meno con le stesse cose no?
Torniamo alla prima storia. Esco dal baretto, con la barista. Ebbene si. La barista ne vuole a metri (scusa mammi, ma quando ci vuole ci vuole), ma io non ne ho cosi tanto, quindi gioco d'astuzia e faccio l'introverso. Guardo spesso nel vuoto, sorrido timidamente. Ma la barista, ormai tornata nei suoi panni di comune mortale, si dimostra abile e arruolata in chissà quale "con-sorellita" finlandese, viste le sue origini finniche, e fi....che aggiungo io, e riesce anche a mettere a "mio" agio, la parte timida che è in me.
Optiamo per un locale appena aperto in Broadway. L'impatto col clima glaciale che decorava tutto il pub avrebbe presentato molto presto il suo conto, un bel colpo di freddo, eh già, proprio li dove può far veramente "star male", sia te che il prossimo.
Ma andiamo oltre.
Ordiniamo due bicchieri di vino, a testa (mao), di un vino del New South Wales. Il locale è vuoto, proprio come il sapore del vino, e come il mio stomaco nel giro di qualche minuto, grazie alla "gentile" brezza marina.
Il primo sorso aveva gia presentato il suo orrendo sapore, quando il barista, senza che nessuno avesse chiesto nulla, forse spinto contro-voglia dalla "bufera condizionata", inizia a menarcela sulla storia del vino.
Un sacco di parole, alla rinfusa, e un sacco di sguardi per la fi(nni)ca.
"E va bè" penso io "vediamo come se la gioca".
Dopo aver fatto (bestialmente) finta di saperne, e dopo che lei, sempre la stessa 'ica, disgustata dal sapore cercava il mio sguardo affinché gli dicessi qualcosa, eccolo che inizia col dire che lui lavora in questo locale, ma che in realtà è anche un designer di successo, ma che per trovare l'ispirazione ha bisogno di un bar, di questo bar (e del suo clima scandinavo), perché solo li può trovare l'atmosfera di cui ha bisogno. Cose folli. Neanche io ho mai detto cose così assurde in così poco tempo.
Mentre cercava di capire se la sua prima "strategia" stesse avendo un minimo di successo, rieccolo saltare "di palo in frasca" ed iniziare a parlare della sorella, dell'amata sorella tanto diversa da lui, tanto cara.
Mi viene quasi voglia di apostrofarlo con qualche moderato insulto "trentino", ma tengo botta, ripenso al vino appena bevuto, e mi lascio catturare nuovamente dal disgusto "rosso".
Lei, Strafica, originale nome finnico di chiara origine etero, mi stupisce. Non si mette a conversare col barista sulla sorella, su quello che fa, su chi frequenta e su quanto può arrivare ad abbronzarsi in estate? Io non ho più forze. Il mio corpo chiede una tregua. Eccola. Liberato dagli ultimi dolori provati, torno a porre il mio "sederino" al posto di prima, nel bel mezzo di una discussione che vedeva il padre del (maledetto) barista al centro di una tradizione familiare di pittori australiani. Stop. No, continuo con la storia. "Stop" l'ho detto io, o meglio, la mia lingua anticipando il mio cervello. Lui mi guarda. Non se l'aspettava, credeva quello che non doveva credere, cioè di aver conquistato la singolare platea. Lei mi guarda, sbalordita.
Io inizio a parlare del mio gatto "Leonardo" che riesce a palleggiare e scrivere poesie d'amore, il tutto "musicato" da continui miagolii che compongono la "Nona Sinfonia" di Beethoven.
Lui abbassa prima lo sguardo e poi la testa e con la coda tra le gambe torna dove sarebbe dovuto sempre rimanere, cioè dietro il bancone, in castigo!
No dai... non è andata proprio cosi.
Ad un certo punto, io e lei iniziamo a parlare cercando, piano piano, di trasformare un'involontaria (ed involuta) discussione, in un involontario (ed involuto) monologo.
Lui fatica a capire. Inizia a dimenarsi, ma ormai il suo destino sembra inevitabile. Dopo qualche ora ecco entrare un'ambulanza nel locale e portarlo via. Il "tale" aveva iniziato a minacciare se stesso con promesse di un licenziamento improvviso.
Scherzi a parte, dopo qualche minuto di reale soliloquio, dove si stava giocando tutto, un cliente, seccato, pretendeva la sua birra, e il "nostro eroe", suo malgrado, dovette abbandonare "il campo di battaglia".
Ero di nuovo solo con la 'ica. Passo alla birra. Lei ad un Bayles. Si chiacchiera. Cose più o meno sincere. Il locale sta per chiudere, ma noi no. MI accompagna a casa. La saluto sventolando la manina, salgo le scale ma non mi volto, perché lei è davanti a me... ahahahahah...
La seconda storia è accaduta la mattina seguente.
Mi reco nella mensa della Sydney University, dove spesso rimango a studiare nel primo pomeriggio. Sono carico. Le righe della tesi aumentano senza troppa difficoltà. L'ispirazione viene e va, si sa, ma quando se ne va per colpa d'altri viene proprio voglia di inc....rsi!
Un "non troppo discreto" signore, anziano all'anagrafe, ma giovanissimo nel rompere i c.....i, inizia ad intrattenere relazioni più o meno pacifiche con tutti gli sciagurati studenti presenti nella sala.
Io, cuffie munito, con sguardo fisso verso lo schermo, opto per l'indifferenza più totale. Mi rifugio nel mio "autismo sordo", e cerco di non offrirgli spiragli.
Ma non c'è niente da fare. Alla quinta birra, sagacemente custodita in un sacchetto di nylon, eccolo mirare verso di me.
Lo sento e poi lo vedo.
Ve la faccio breve: il suddetto è rimasto per esattamente 54 minuti a parlare con il sottoscritto, mettendo a dura prova, dopo poco piu di 12 h dal primo episodio, la mia infinita pazienza. Argomenti sputati (sul mio braccio) dall'aitante 69nne: Aborigeni, morbo di Huntington, yoghurt miracolosi, politici australiani, giornalista di cui non ricordo il nome, amico chitarrista, diversi modi di "giocare" con il proprio "fallo", il tutto reso più digeribile da un continuo bruxismo (digrignare i denti).
I due miei amici baristi, finalmente, si avvicinano e consigliano al "giovane vecchio" di "lasciarmi in pace". Lui ride e rilancia chiedendomi di dire se realmente un disturbo mi era stato arrecato o se di una vera e propria discussione si dovesse parlare.
Io sorrido. E, vista l'età dell'interlocutore, vista la fine vicina, rassicuro i due baristi mentendo con parole del tipo "ma no, anzi... mi ha dato pure degli spunti per la tesi".
Per evitare di ricadere nello stesso baratro però, salto in piedi e adduco la scusa del bagno per sbarazzarmi di tutto e tutti. Il "savio prestigiatore di pensieri assurdi" se ne va sbandando, sopratutto verso destra. Io mi lavo la faccia, tre volte, e scoppio a ridere.
La terza storia, in short, la trovo a pochi metri da casa. Dopo aver pedalato per 3/4 km sotto la pioggia sydneyese, mi avvicino al Blockbuster. Un film dopo una giornata sui libri. Ci può stare no?
Sono lì per entrare ed ecco che qualcosa (qualcuno) distoglie ed accoglie la mia attenzione.
E' un esemplare di "stanca e stufa essere umana". Io la guardo e le sorrido. Lei apprezza, mi si avvicina e mi invita a condividere il suo malessere. Non era di certo una che si lamenta per nulla. In rapida sintesì: nell'ultima settimana è riuscita a perdere la patente per anno, farsi lasciare dal ragazzo dopo 9 anni, (la tizia ne ha 33 di anni), e farsi trattenere per 2 giorni in ospedale per esser stata pescata in una "proprietà privata" a giocare e parlare con una statua che aveva inappropriatamente preso in prestito dal parco comunale poco distante.
I miei occhi balbettavano ed il mio cervello assaporava continui crampi al lobo temporale. Lo so, descriverlo e non viverlo non sono la stessa cosa, ma vi assicuro che questa era veramente incredibile.
Un saluto rapido ed indolore dopo una buona mezzora di chiacchierata e riproposizione di "metri di voglia" da parte della "Ma(re)tta", forse amica della "Fi(nni)ca", sancirono e sanciscono la fine della mia giornata di ieri e del mio racconto..
Forse sarebbe meglio seguire il consiglio dello spot dalla "Boag's Beer"...

Bella li... non l'ho nemmeno riletto questo post...
Forse un po' troppo lungo.
Da prendere a piccole dosi.
Qui sono gia le 19.00. Un altro giorno sta per salpare ed andarsene per sempre.
A presto.

Ste

giovedì 29 novembre 2007

Come foglie su di una terrazza...

Ciao ragazzi. Oggi è un giorno un po' diverso. Oggi mi sono tagliato i capelli. Solito salto, da un estremo all'altro. Ma non è di certo speciale per un "semplice" taglio di capelli, per quanto radicale. Oggi c'è l'incontro col professore, o meglio, con Sandro.
Ebbene si. Le pagine scritte sono diventate, come per magia, 27. Si, un bel numero. Ora c'è da capire quanto di "bene" è situato nel "male" che ho creato, o viceversa. Opinabile quanto meno.
"Bevi l'amaro amore". Buffo no?
Mancano ancora 5 o 6 h. all'incontro. Sto pranzando a casa. Tortellini con sugo alle olive. Onesto e commestibile.
Ieri, parlando con Ciro, abbiamo scoperto che in certe parti del mondo è più facile fare conoscenza con donne, e magari uscire con loro, piuttosto che ammazzarsi di pugnette tra amici. Bizzarra realtà quella australiana. O forse la mia di "Australia".
Non era questo che mi chiedevate?
Raccontarvi la mia di Australia.
Che dire?
Stefano sta allargando le sue vedute. Inizia ad averne un'idea. La musica. Che invenzione.
Ci sono dei bar che mi salutano pronunciando, più o meno graziosamente, il mio nome, ci sono semafori che mi scrutano, ma poi, dopo qualche occhiata, mi lasciano pacificamente passare. Ci sono verbi di raro utilizzo che sembrano, pian piano, consigliarmi il nome del loro parente italiano, c'è il mio Mac Book che "beato chi l'ha inventato". Ci sono facce amiche, ci sono brutte facce, ci sono "senza faccia", ci sono strade deserte e poi piene, locali che aprono e locali che ri-aprono. Ci sono pagine di storia australiana che non avrei mai voluto leggere e giorni (e notti) australiane che non avrei mai immaginato. Ci sono sorrisi sinceri. E ci sono sinceri sorrisi falsi. Ci sono bocche cucite e lingue in continuo movimento. Suoni per ciechi, avvertimenti per distratti (come me). Chiusure improvvise. Palazzi che si frantumano dal giorno alla notte. Biblioteche immense che chiudono manco fossero asili nido. Ci sono usi e costumi diversi. C'è una diversita che lascia interdetti ed estasiati allo stesso tempo. Ci sono cani e gatti randagi. Scarafaggi e ragni addomesticati. Topi? Mmmmh, qualcuno nei Mc, ovviamente. Ci sono chiamate che non t'aspetti e messaggi "che non credevi". Ci sono mail mandate e mail ricevute. Ci sono post da leggere, post da commentare. Immagini da ricreare. Ricordi da rispolverare. Appartamenti da pulire. Piatti da lavare. Emozioni da riprovare. Domande che volevi fare. Risposte che non sai di dare. Calcoli che dovresti fare. Canzoni da ascoltare. Emozioni che vorrei incatenare. Canzoni da ascoltare. Tatuaggi che non puoi cancellare. Canzoni da ascoltare. Legami che sai di avere. Persone a cui pensare. Persone a cui sai di mancare.
Ci sono km a piedi, km sul bus, km sul treno. Ci sono km di cielo che si ripresentano ogni mattina. Ci sono piogge improvvise e notti interminabili.
"I don't mind if you don't mind, coz I don't shine if you don't shine".
Ci sono frasi di canzoni che non hanno nessun destinatario, che mi piacciono in quanto tali. Che mi fanno andare su di giri e restarci. Ci sono ore passate a leggere. Minuti passati a scrivere. C'è che sono dall'altra parte del mondo e a volte mi sembra incredibile. C'è che vivo da solo. C'è che sono un ometto ormai. C'è la pasta Barilla. C'è il sugo Barilla. C'è che il letto è comodissimo, troppo. C'è che c'è e c'è che ci sono.
Ci sono sguardi. Occhi. Quelli di sconosciuti. Quelli di ex-sconosciuti. Quelli che ti guardano. Quelli che ti ignorano. Quelli timorosi. Quelli arroganti. Quelli "miei".
C'è un pezzo di casa qui. C'è la "honey", la "flow", la "luxy", la "lightwire", la "merlino", la "drink", la "icselle", la "ipe", la "lisca", la "artica".
C'è che il tempo vola. C'è che sto bene. C'è che rido e parlo da solo, ma anche in compagnia. C'è che mi hanno chiamato "hot kisser", "italian stallion", "smartass", "stranger", "friend".
C'è un po' di tutto in questo mio vivere un po' fuori. C'è la mia parentesi australiana. Direi parentesi graffa, perché ci sono altre migliaia di piccole parentesi dentro.
"Can you read my mind?"
Ah, ci sono risvegli improvvisi nel cuore della notte, film visti ad orari improbabili, improbabili film visti ad orari probabili, e poi ci sono frasi ed effetto, modi di dire, modi di non capire (i miei), modi di essere, modi di "avere", modi-ci prezzi.
Ci sono ombre. Familiari, paurose, presenti e passate, solari e lunari, animate ed immobili, piccole e grandi. Mie.
Cielo grigio oggi pomeriggio. Che sia un presagio della tempesta serale?
Vado a docciarmi.
A presto.
Se avete domande, facili, fatele pure. E se leggete quello che scrivo, datemi un segnale. Valgono anche insulti più o meno civili.
"The stars are blazing like rebel diamonds cut out of the sun when you read my mind"

Stef

Ps: Rapac, dai un occhio alle mail. Ce n'è una per voi con oggetto "Re: ma ci sei......"

A presto! A tutti!

domenica 25 novembre 2007

One day - One way



Sono a Glebe Point Road... nel FairTrade Cafè...
La tesi sta andando avanti...
Ho realizzato che è il caso di scrivere qualsiasi cosa su sta c.... di tesi, altrimenti le pagine non aumenteranno.. MAI!!
Dopo aver parlato dei minatori cinesi, e della crisi economica successiva al boom (mmmh.. non sarà mica il capitalismo?!?!?), sono arrivato a questo benedetto 1901.
Il Commonwealth of Australia è arrivato.. finalmente..
Sono a 13 pagine.
Devo arrivare a 20. Poi parlare di altre storie.. cicli migratori, politiche migratorie, tipe migratorie, sberle migratorie, tori migra-tori, pin-tori migratori...
POi il concetto di Confine.. e li sarà da ridere.. (x arrivare a 30 di pagine)
visto che Sandro oltre a sapere già tutte le cose che scriverò in questa maledetta tesi, è pure specializzato sui "confini".....
AIIIIIIIUUUUUUTTTTTTOOOOOOOOOOO!!!
Dai.. voglio scendere.. abbiamo scherzato.. io non so scrivere una tesi.. riesco a malapena a leggerne una..
AIUUUUUUUUUUUTTTTTTTTOOOOOOOO!!
Mi sembro una checca (faggot) isterica...
Ora EGGS & BaCON...
Dai che mi ripiglio...
Dai che si riparte.
Poi c'è Lexi... ragazzi che "tipo"...
Mentre vi sto scrivendo, mi basta alzare gli occhi per vederla...
Che spettacolo.
Il bar è una sua prosecuzione... e si muove con lei...
Come ho scritto a qualcuno..
"lei è dolce, lei è come il vento" (auto-Cit.)
Certe emozioni fanno ringiovanire...
Ora mi tocca scrivere un paio di cose su "Collapse of the Banks"...
Mmmh.. bene..
Poi 1^ e 2^ w.w., cold war, vietnam, e altre menate...
che storiacce..
ragazzi..
Detto questo posso anche dirvi che, sempre per la mia tesi, John Howard ha perso le elezioni..
posso dirvi che il Napoli spacca duro.. che la Juve non fa paura a nessuno, che il tempo qui è un po' pazzerello, che ho parlato per 3 h con un tipo gay (cosi mi avevano detto) che poi non si è rivelato tale. Continuava a parlare di donne ed io.. boh.. questo me la vuole ficcare all'improvviso, distraendomi con la patata per poi infilarmi la carota.
E invece no... questo è ambi-destro.. (donne e uomini), ma forse non ci va neanche con gli uomini...
Boh...
Credo che rimarrò sempre mancino... ambi-destro fa strano..
ambi-destro può far tanto male...
ambi-destro rischi di non essere nè destro nè sinistro (o forse decisamente "sinistro" e a rischio di compiere un "sinistro"...)
che brutte immagini.. mmmh.. "sinistre" direi..
Quello che doveva essere un commento si è rivelato, per la 3^ volta un nuovo post.
Che gran chiacchierata poi "prima" con Bito.
Da Austria ad Australia.. come disse proprio Bito.. proba si paga come una chimata nazionale.
Boh..
Skype che mistero..
"certo che questo Iridium Tim è pazzesco.. sei in mezzo all'oceano e ti sento qua dietro" (Cit.)
Gran chiacchiere, tante risate, tante sensazione e "cose" simili.
Il mondo è sempre più simile...
Cmq, ragazzi.. "Lexi" domina...
Ora mi sorride, io vado fuori di matto...
Proba non succederà nulla. Già, qnd mi piacciono troppo non ci stanno...
Capita. No?
Spero di riuscire a fotografarla...
Nella sua semplicità è allarmante.
Il suo sorriso, il suo bacio (attento Johnny ti sei fregato con le tue mani...)...
I'm talking about you sweety. One like no-one. As I told you.. I'd like to wake up with you one day..
Say something...
" ... ... "
Che storia...
Torno alla tesi...
Probabilmente questo post sembrerà un po' assurdo. Ma che vi posso dire?
"Dubbid'io" è anche questo.
Cmq, Lexi... Notorious!!!
Ciao Let-tori (ma esistete ancora?!?!)

By "un pazzo"